Circolo Scacchi G.Greco - Cecina

22.Ad4 Df5 23. Txe7 Txe7 24. Axf6 Dc5+ 25. Rh1 g3 (25... Dxc4 26. Dg5+ Rf8 27. Axe7+ +-) 26. Dg7+ Txg7 27. e7+ Tf7 28. e8=D+ Df8 29. Axf7# 1-0

Quest’altra partita tratta dal match con il futuro campione del mondo Wilhelm Steinitz dimostra la forte personalità del nostro campione che contravvenendo alla moda dell’epoca, per cui se l’avversario offriva per sfida del materiale era d’obbligo accettarlo, ritenendo che per il nero il gambetto Evans non fosse vantaggioso, lui semplicemente declinava l’offerta.

Un altro insegnamento dell’attività sportiva di Serafino che traspare dalla seguente partita, potrebbe essere sintetizzato dall’aforisma : “ E’ meglio la gallina domani dell’uovo oggi” cioè non bisogna rincorrere risibili vantaggi, come invece fa Stheinitz, che potrebbero facilmente sfumare, quando con una visione più ampia è possibile migliorare la qualità di una partita.

1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Ac5 4. b4 Ab6 5. b5 Ca5 6. Cxe5 Ch6 7. d4 d6 8. Axh6 dxe5 9. Axg7 Dg5 10. Axh8 Cxc4 11. O-O Ag4 12. Af6 Dg6 13. Dd3 Dxf6 14. Dxc4 O-O-O 15. dxe5 Dxe5 16. Ca3 Ae6 17. De2 Dc3 18. Df3 Dxf3 19. gxf3 Ac5 20. Cb1 Ah3 21. Tc1 Tg8+ 22. Rh1 Axf2 0-1

Cosa dire della modernità della partita che segue giocata al torneo di Londra del 1862? Tranne che per l’imprecisione alla 27a mossa sembra giocata cento anni dopo da Bobby Fischer; il campione del mondo americano aveva analizzato a fondo le partite di Serafino Dubois ed è probabile che abbia preso a modello quella che segue per impostare le sue famose varianti di cambio nei giochi semiaperti. In questa partita Dubois getta alle ortiche i dettami degli scacchi romantici fatti di sacrifici di materiale e di mosse audaci e si avventura in un territorio del tutto nuovo, il gioco posizionale, che solo undici anni dopo, Steinitz dall’alto della sua autorevolezza codificherà al Torneo di Vienna (1873). Steinitz aveva maturato la convinzione che solo le imprecisioni e gli errori del difendente permettevano la condotta combinativa delle partite. Nel gioco posizionale che consiste invece nell’ottenere il controllo con i propri pezzi di colonne, di traverse, di diagonali, di eventuali case forti, di uno spazio più grande, in sostanza di un’attività maggiore dei propri pezzi che conduca ad un vantaggio evidente, solo allora si può rompere l’equilibrio della posizione con un attacco. Nella partita che segue il bianco si accontenta di ottenere un vantaggio microscopico in apertura, il controllo della colonna e che il nero si farà sfuggire a causa dell’imprecisione della sua quindicesima mossa 15….,Ce4? Ottenuta una posizione vantaggiosa, grazie alla sua classe Dubois è stato in grado di concludere la sfida in modo combinativo .

London 1862 - Dubois - Hannah

1. e4 e6 2. d4 d5 3. exd5 exd5 4. Ad3 Cf6 5. Cf3 Ad6 6. O-O O-O 7. Ag5 Ag4 8. Cbd2 Cc6 9. c3 h6 10. Ah4 Af4 11. Dc2 Dd6 12. Ag3 Axf3 13. Cxf3 Axg3 14. fxg3 Tae8 15. Ch4 Ce4 ? (15... Te6 !?) 16. Tae1 De6 17. Cf5 Rh7 18. Dc1 Df6 ? 19. Df4 Dd8 20. Axe4 dxe4 21. Txe4 Txe4 22. Dxe4 g6 23. Ce3 f5 24. Df3 Te8 25. h4 h5 26. Cd5 Te4 27. Cf4 {Dubois avrebbe potuto attuare il seguito visto tre mosse dopo.} De8 28. Rh2 Df7

Dubois dà il via alla fase combinativa












29. Nxh5 Nd8 (29….,g:h5? 30.D:e4! +-) 30. Nf6+ Qxf6 31. Qxe4 Ne6 32. Qe5 Qxe5 33. dxe5 Kg7 34. h5 Nf8 35. hxg6 Kxg6 36. g4 1-0

Dubois vide tramontare velocemente la sua popolarità e morì a Roma il 15 Gennaio 1899 in povertà e solitudine, tra l'indifferenza generale. Ignominioso fu l'oblio totale ed ingiustificato che dovette subire dall'establishment scacchistico italiano che lo ritenne reo di aver abbandonato le "regole all'italiana" in favore di quelle internazionali... Dubois non venne più menzionato in nessuna pubblicazione, libro o rivista che fosse e non venne più invitato a nessun torneo! Vennero passati sotto silenzio anche i numerosi elogi che gli provenivano dalla stampa straniera ed il suo nome venne cancellato persino dalle pubblicazione storiche. La sua fama internazionale e la sua indipendenza dai vari potentati scacchistici, provocarono l'invidia di molti e lo resero ben presto un personaggio scomodo. A titolo di curiosità, il boicottaggio è stato così totale che l'unica foto disponibile di Serafino Dubois è quella mostrata all'inizio di quest'articolo, di qualità pessima e ricavata dal suo necrologio!

Le conseguenze di questo vergognoso boicottaggio furono estremamente deleterie per lo scacchismo italiano. Dubois, per la sua forza di gioco, per la sua passione di scrittore e divulgatore (fondò lui la prima rivista italiana di Scacchi) e per le numerose e prestigiose conoscenze internazionali, avrebbe potuto ricoprire felicemente un ruolo simile a quello di Mikhail Cigorin in Russia, ossia il fondatore e il precursore di una moderna scuola nazionale scacchistica, da prendere a modello e a insegnamento per le generazioni future. L'ambiente scacchistico italiano perse allora - colpevolmente e vergognosamente! - una grande occasione e ne subì le conseguenze per quasi due secoli.

A causa di questo delirante "embargo", la figura di Serafino Dubois è ancor oggi poco conosciuta dagli stessi italiani, mentre nelle nazioni più progredite (anche scacchisticamente) è stato ed è ancora apprezzato come uno dei più brillanti scacchisti di tutti i tempi.


L'Oblio di Serafino Dubois

Il nome farebbe pensare ad un giocatore straniero, ma in realtà Dubois era nato a Roma il 17  Ottobre 1817 , ed è stato il primo scacchista italiano professionista dell’era moderna.

Infatti, non avendo altra occupazione stabile, si guadagnava da vivere facendo lezioni, pubblicando articoli, giocando partite con poste in denaro.

Visse tutta la sua vita dedicandola agli scacchi, ebbe il coraggio di sfidare l’arena internazionale con eccellenti risultati e per ragioni imperscrutabili finì nel dimenticatoio. Solo l’amore per gli scacchi di Bobby Fischer, il suo interesse e la curiosità nei riguardi dei giocatori del passato, lo ha fatto risorgere dalla polvere dell’oblio. Il campione del mondo americano iniziò la sua collaborazione alla rivista “Chess Life” nel 1964 commentando una vittoria di Serafino Dubois nel suo match con Wilhelm Steinitz, che di li a poco per “motu proprio” si sarebbe proclamato campione del mondo di scacchi.

Clicca QUI per scaricare il PDF del MATCH di SERAFINO DUBOIS contro WILHELM STEINITZ (Londra 1862)

commentato da Bobby FISCHER (a cura di A. Innocenti e L. Barsi)


Il mondo scacchistico italiano dell’epoca viveva in uno splendido isolamento, la ricca tradizione del passato dovuta alle imprese di Gioacchino Greco detto il calabrese, di Don Pietro Carrera di Militello val di Noto che nel 1617 pubblicò la sua opera più famosa - Il gioco degli scacchi di Don Pietro Carrera diviso in otto libri” - nel quale analizza l’apertura 1.e4, c5 e che in suo onore verrà chiamata apertura siciliana, di Paolo Boi (1528-1598)detto il Siracusano che visse per molti anni alla corte dei Montefeltro ad Urbino e giocò inoltre in Spagna alla corte di Filippo II ed in Portogallo alla corte di Sebastiano I e i modenesi Lolli, Ponziani e Del Rio, che avevano portato a stabilire regole italiane non applicate a livello internazionale:

- l’arrocco all’italiana consisteva nel poter porre rispettivamente la torre ed il re dalla casa e1 fino a quella in h1, a patto che non avessero attaccato un pezzo avversario;

- La presa en passant non era prevista;

- Se un pedone raggiungeva la casa di promozione poteva essere trasformato solo in un pezzo già catturato all’avversario, altrimenti avrebbe dovuto attendere che ciò accadesse, con il rischio di poter essere preso e sfumava così la promozione.

All’epoca degli scacchi romantici del XIX secolo, in mancanza di sponsor, i tornei erano rarissimi, al più si svolgevano dei match tra giocatori, e per le trasferte lunghe occorreva comunque trovare qualche facoltoso nobil uomo disposto a finanziare l’impresa.

Serafino Dubois iniziò a giocare a scacchi intorno ai 14 anni sotto la guida dell’abate Domenico Palazzi, intorno ai venti anni iniziò a frequentare i caffè romani dove si giocava a scacchi (Caffè Dé scacchi al Corso, Caffè dei Pastini e Caffè San Carlo) e tre anni dopo (1840) era in grado di sfidare i più forti giocatori dell’epoca. Nel 1846 sconfisse Wyvill (+55-26), che cinque anni dopo nel torneo di Londra sarebbe arrivato secondo dietro Anderssen.

Dubois non potè partecipare al torneo di Londra del 1851 tenuto durante l’esposizione universale per mancanza di un finanziatore.

In quell’occasione vennero codificate le regole moderne del gioco degli scacchi ancora in vigore.

Nel 1855 trovò un gruppo di finanziatori tra i quali Lord Vernon e ebbe la possibilità di recarsi a Parigi al leggendario Caffè de la Regence ove giocavano i più forti giocatori dell’epoca, sconfisse De Riviére (+21-3=8); Seguin (+4=2); Budzinsky (+12-5=3). Di ritorno da Parigi sconfisse a Torino Kowsky (+11-1=1).

Serafino Dubois era però di salute cagionevole, riuscì a partecipare al Torneo di Londra del 1862 e si classificò 4°/5°, nonostante avesse perso per forfait la partita con McDonnell a causa di un raffreddore e si piazzò comunque davanti a giocatori di notevole levatura : Steinitz, Barnes, Lowenthal e Blackburne. Quando l’ingegnere americano Arpad Elo ideò il sistema per attribuire una valutazione di valore ai giocatori di scacchi, appunto il punteggio Elo, si divertì a calcolarlo anche per i giocatori del passato e per Serafino Dubois ottenne un punteggio massimo di 2550, Chess metrics ha assegnato un punteggio massimo di 2642 Elo ed ha valutato che il nostro giocatore fu quello con il punteggio più alto a livello mondiale per tre anni dal marzo 1856 all’agosto del 1858, quando venne in Europa Paul Morphy. Subito dopo il torneo di Londra Dubois sostenne un match con Steinitz e perse onorevolmente (+3-5=1), il giocatore romano affermò, e c’è da credergli, che non era nelle migliori condizioni fisiche e non avrebbe dovuto accettare tale sfida. Sconfisse in due match Green (5½ a ½) e per (5 a 0), il quale l’anno precedente aveva battuto in un match nientemeno che Staunton.

Serafino Dubois fu anche un fine teorico, cercò di coniugare la tradizione italiana con quella internazionale, pubblicò “Le principali aperture del giuoco degli scacchi sviluppato secondo i due sistemi italiano e francese” opera in tre dispense pubblicata da Monaldi (1869-1872-1873) finanziato dal Marchese Giuseppe Forcella e dal Marchese Nicola di Leuchtemberg; risale al 1874 l’opuscolo “L’arroccamento italiano e l’arroccamento francese o Europeo. Lettera di Serafino Dubois al Prof.Antonio Van der Linde”.

Solo dal 1880 le regole internazionali iniziarono ad essere gradualmente applicate anche in Italia. Nel 1847 divenne editore pubblicando la prima colonna dedicata agli scacchi “L’album”, nel 1859 fu coeditore con Augusto Ferrante della “la rivista degli scacchi”.

Nel suo manuale analizzò per primo quello che poi venne ribattezzato il controgambetto Albin : 1.d4,d5; 2.c4,e5; 3.d:e5,d4; 4.e3?,Ab4+; 5.Ad2,d:e3; 6.A:b4,e:f2+ con il commento "è una mia scappata, e ve la do per quel che vale"

Il suo manuale è interessante anche per risalire all’etimologia di alcune varianti, per esempio il “fegatello” : 1.e4,e5; 2.Cf3,Cc6; 3.Ac4,Cf6; 4.Cg5,d5; 5.e:d5,C:d5; 6.C:f7

Dubois dice: “Questa continuazione incommoda e pericolosa del difendente con metafora triviale ma pur assai espressiva fu dai nostri antichi rassomigliata ad un fegatello che investito dal fuoco frigge e trasuda da ogni parte”.

La difesa Dubois nella partita scozzese : 1.e4,e5; 2.Cf3,Cc6; 3.d4,e:d4; 4.Ac4,Cf6; 5.C:d4,C:e4!; 6.A:f7+,R:f7; 7.Dh5+,g6; 8.Dd5+,Rg7; 9.C:c6,b:c6; 10.D:e4,De8!; 11.D:e8,Ab4+ ed il nero sta meglio.

Interessante anche una sua proposta in una variante del Gambetto Muzio: 1.e4,e5; 2.f4,e:f4; 3.Cf3,g5; 4.Ac4,g4; 5.0-0,g:f3; 6.D:f3,Ah6; 7.d4,Dh4+; 8.g3!,f:g3; 9.h:g3,De7; 10.A:h6, C:h6; 11.Dh5 con attacco violento.

Nel 1863 gli fu trovato un lavoro come insegnante di italiano in Olanda, dal suo amico scacchista Dufresne,, ma le brume dei paesi nordici non si confacevano alla sua salute e dopo due anni tornò in Italia.

Serafino Dubois faceva parte della corrente scacchistica del gioco romantico che riassunta con le parole di Adolf Anderssen, tra i migliori giocatori dell’epoca, occorre “attaccare, sempre attaccare”. Il giocatore, sia che giocasse con i pezzi bianchi che con quelli neri, desiderava avere subito l’iniziativa e per ottenerla era disposto, fin dalle prime fasi della partita, a sacrificare del materiale per cui tra le aperture erano di moda il gambetto di Re, il gambetto Evans, il controgambetto del centro, il controgambetto Albin. L’attacco al re avversario nel medio gioco proseguiva poi in modo violento con ulteriore sacrificio di materiale, non curandosi molto delle esigenze difensive della posizione.

La partita che segue è condotta da Dubois nel più puro stile romantico.

Londra 1862 - Dubois - Mongredien

1. e4 e5 2. f4 exf4 3. Cf3 g5 4. h4 g4 5. Ce5 Cf6 6. Ac4 d5 (6... Cc6 !? 7.Axf7+ Re7 8. Cxc6+ dxc6 9. Ab3 Dd6 10. Cc3 f3 11. O-O Dd4+ =) 7. exd5Ad6 8.d4 Ch5 9. Ab5+ Rf8 10. Cc3 Ae7 ? (10... c6 11. dxc6 Cxc6 12. Cxc6 bxc6 13.Axc6 Tb8 -+) 11. O-O f3 12. Cxf3 Cg3 13. Ce5 Cxf1 14. Dxf1 f6 15. Df4 c6 16. Dh6+ Rg8 17. Ac4 + Ae6 18. dxe6 ?1 (18. Dh5 Df8 19. dxe6 h6 20. Cd7 Cxd7 21. exd7+ Rh7 22. Df5+ +-) 18... Dxd4+ 19. Ae3 Dxe5 20. Td1 Ca6 21. Td7 Te8

Qui iniziano i fuochi di artificio, come proseguireste la partita?